Lezione 21 di Baricco
A me Alessandro Baricco piace. E non mi vergogno di dirlo sebbene sia molto più figo dargli contro. Mi piace perché quando inizio un suo libro arrivo alla fine trattenendo il fiato, poi ricomincio dall'inizio, lo apro nel mezzo e lo leggo a pezzetti, lo ripasso a mente prima di dormire e infine lo presto a qualche sventurato che chiamerò nel cuore della notte per chiedergli: cazzo fai, dormi? sei già arrivato nel punto in cui il conte muore e si scopre che Florence aveva due cuori?Baricco mi piace - anche se dei suoi libri, una volta terminati, non mi resta quasi niente - per quel godimento istantaneo che mi procura durante la lettura. Dev'essere il ritmo, quel ritmo irresistibile che coinvolge il lettore e lo porta con sé. A volte esagera, il pifferaio Baricco, e tra le righe emerge (ahimé) l'artificio che ti ipnotizza e una volta palesato perde il suo potere. Ma poiché io leggo Baricco per godere (e non per criticarlo, di quelli ce n'è una grande folla) faccio finta di non aver scoperto i suoi trucchi e mi lascio riprendere nel vortice che mi trascina ogni volta in un diverso universo surreale. A chi non lo capisce non resta che la critica e per fortuna ogni tanto c'è chi attacca Baricco in modo divertente.
Della musica ho detto, quindi forse vi interesserà sapere che Baricco sta girando un film musicale e quella nave arenata che vedete qui sopra sui monti del Trentino, per l'esattezza sui versanti del Primiero, è la sua scenografia. Ah, dimenticavo: quella bianca non è neve, bensì ovatta, ma l'inganno è quasi perfetto e per i motivi di cui sopra fa lo stesso.
Il film si intitolerà Lezione 21 ed è il racconto fantastico di una lezione musicale, l'ultima, la ventunesima appunto, in cui un giovane studente scopre la storia della Nona Sinfonia di Beethoven. Sarà pronto entro la fine dell'anno e lo presenteranno al festival di Cannes. Quel giorno di febbraio che Baricco venne a Trento per il ciak inaugurale quelli della Provincia autonoma lo obbligarono a raccontare qualcosa del suo film e lui - nonostante le sponsorizzazioni - disse ben poco. Io ero lì a sentirlo, assieme a qualche ragazzina che gli chiedeva l'autografo, e a scoprire la sua antipatia pazzesca che non mi impedirà comunque di tenere i suoi libri nel bagno biblioteca dove di tanto in tanto me li godo. Già che c'ero ho girato un breve video con il telefonino cellulare e ve lo allego qui sotto. Se non capite nulla rassegnatevi: nemmeno i suoi collaboratori. Lo confessa lo stesso Barico che il film - dice - ce l'ha tutto in mente. Ora si tratta di metterlo su pellicola.
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Quando nel tiepido gennaio scrissi un post sulla
Voce femminile: buon giorno
Ogni volta che tiro lo sciacquone faccio fuori la dose quotidiana d'acqua che serve a un cittadino del Madagascar per sopravvivere. L'ho scoperto ieri e lo scrivo oggi che è la
Oggi è la mia festa (eh eh eh! ancora non ci sono abituato...) e ho ricevuto in regalo un'opera d'arte nuova per assecondare
All'inizio dicevano soprattutto cosa non bisognava fare. E purtroppo per gente come me, tirata su con il miraggio di una barretta Kinder da sciogliere sul palato, non era semplice rinunciare a quella marca di cioccolata che - sarà per la pubblicità, sarà per qualche ingrediente segreto - sembrava la più buona sul mercato.
Ricordo che una volta quando un ragazzo aveva una gamba o un braccio rotto c'era l'usanza di firmargli il gesso. Erano anni in cui le fratture si curavano così - con il gesso - non come ora che ti aprono, ti richiudono e dopo pochi giorni puoi già camminare. Ma, come purtroppo si vede dalla foto, ci sono guai ortopedici per cui il gesso può ancora tornare utile. Ma andiamo con calma.
Pensavo che me la sarei cavata con una spruzzatina di rosa fra le pagine del blog, giusto per far sapere alle lettrici di fuoridalpalazzo che le ho pensate (ma pare che nessuna se ne sia accorta: domani si torna all'arancione) e invece devo anch'io dedicare un post intero alla giornata delle donne, festa che non amo sebbene sappia apprezzare le festeggiate. La necessità deriva da questa lettera che mi è giunta e che pubblico per evidenziare la barriera che c'è tra i due mondi. Eccola qua.
Ora qualcosa è cambiato e il mio collega P., l'amico che mi ha regalato l'unico quadro autentico di cui potevo finora fare sfoggio, sarà di me orgoglioso. E' successo che ho incontrato un artista (un vero artista) capace di suscitarmi un'emozione. Osservo le sue opere e sento una certa corda dentro di me vibrare. Il messaggio che mi trasmettono quei dipinti mi suona familiare e mi colpisce dritto al cuore: che genio! Un giovane pittore, ma dovrei dire giovanissimo, che mi ha saputo conquistare.
Signori, guardate che tratto, che intensità, che equilibrio nell'uso del colore e delle forme, che padronanza dello spazio, che originalità nell'uso di tecniche e materiali nuovi! Questa non è una promessa, questa è realtà. Non dovrei dirlo in giro, ma delle sue opere ho fatto incetta perché - incredibile - non mi risulta che siano quotate sul mercato. Le ho portate a casa per nulla e attendo che i prezzi di questi dipinti salgano alle stelle come son certo accadrà presto. Ma ho tutto il tempo di aspettare.
Nel frattempo se vi trovate a passare in centro e siete vicini alla mia redazione salite pure a salutarmi e potrete ammirare, dietro la mia scrivania, la prima mostra personale che ho organizzato di questo grande artista, ovvero il mio piccolo
I lettori più attenti di questo blog si ricorderanno che dopo aver ricevuto uno 