fuoridalpalazzo

23 marzo 2007

Clic!

telefono mutoVoce femminile: buon giorno
Ansel: buon giorno
Voce femminile: parlo con il signor andrea?
Ansel: sì, mi chiamo ansel
Voce femminile: qui c'è scritto andrea
Ansel: eccomi qui...
Voce femminile: dove?
Ansel: dall'altra parte del filo
Voce femminile: ah, bene... (legge il foglio che ha scritto di fronte) le interesserebbe, signor andrea, continuare a telefonare come sta facendo ora ma senza pagare il canone telecom?
Ansel: certo che mi interesserebbe ma finora ho rinunciato a farlo per problemi tecnici
Voce femminile: perché, signor andrea?
Ansel: perché vede, io uso un sistema precompilato di concezione neurale per la diffusione dei pacchetti internet basato su un'evoluzione del protocollo tcp/ip messa a punto da un collega scienziato sovietico con tecnologia wireless all'interno della mia abitazione...
Voce femminile: ...
Ansel: e quindi lei capisce che il lavoro altamente specializzato che si renderebbe necessario per implementare il mio sistema con un router di terza categoria che mi verrà fornito dalla sua società (probabilmente non configurabile con i parametri di cui ho bisogno) sarebbe sicuramente superiore al beneficio che avrei risparmiando il canone telecom per pagarlo a voi sotto altra forma, ad esempio come pachetto tutto compreso di minuti di telefonate che sicuramente non utilizzerei mai, non so se mi sono spiegato...
Voce femminile: PERFETTAMENTE, signor ansel (passa alla seconda parte del foglio che ha di fronte)però le potrà certamente interessare l'offerta di telefonate urbane e interurbane illimitate a soli 9,90 euro mensili, vero?
Ansel: ma come lei certamente vedrà dalle bollette che pago alla sua società il mio traffico mensile è già notevolmente inferiore a 9,90 euro mensili, in pratica sono un vostro cliente per modo di dire visto che tutto il mio traffico telefonico viene trasformato in pacchetti tcp/ip e viaggia sulla rete telematica, con un ritardo nella risposta appena percepibile e comunque con un fastidio compensato dal risparmio, senza che per questo mi sia addebitato alcun costo... insomma le poche telefonate che faccio sono gratis o comprese nel bonus di mezz'ora che la sua società e molte altre come la sua mi offrono ogni mese pur di tenermi agganciato come "cliente"...
Voce femminile: clic!

Ma non ero io quello che doveva mettere giù il telefono?

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01 febbraio 2007

Disperati

coppia disperata

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23 gennaio 2007

Sorridi, sei on line!

poste italianeSignore e signori, questo è un esperimento di blog mobile. Vi scrivo in diretta dall'ufficio postale: davanti a me sette persone, dietro cinque, in totale facciamo tredici, tutti in coda disciplinati, ognuno in attesa che arrivi il proprio turno. Il numerino non c'è: poco male, stiamo incanalati nella fila che si srotola come una biscia, intrappolata fra due nastri all'interno di una stanza troppo piccola.
Gli sportelli sono tre: al primo stanno servendo una segretaria che è arrivata con un pacco di pratiche alto mezzo metro, lo diamo per perso; al secondo sta seduta un'impiegata che ha appena appoggiato il cartello con la scritta "chiuso" davanti al vetro, ma rimane inchiodata sulla sedia; al terzo c'è lui, la nostra unica speranza, un impiegato giovane e allegro a cui la coda che si allunga non sembra mettere fretta.
Mentre scrivo - digitando questa storia sul telefonino - succede quello che tutti, in cuor loro, temevano. Il prossimo della fila è amico dell'impiegato: gli porge una busta, non gli basta che venga spedita, non gli basta nemmeno che arrivi a destinazione, non sarà contento nemmeno se sarà consegnata (a tempo di record) il giorno successivo. No, il nostro uomo vuole spiegare al suo amico delle Poste che cos'è quel foglio in partenza: "Sai, è per il porto d'armi. Me l'avevano tolto ma ora me lo ridanno". L'impiegato annuisce serio, la fila rumoreggia: c'è un uomo armato? Il cliente delle Poste ci tiene a fare sapere a tutti che lui, lì dietro il vetro, ha un amico: "E la mamma come sta?". Bene grazie. "E tu ti sei sposato?". E no, non ancora. "Ah, bravo. Mi raccomando resisti, resisti!".
La fila scalpita. L'ometto che presto tornerà ad essere armato (ma già così è pericoloso) non ha fretta e chiede un favore al giovane amico ritrovato: "Mi faresti una copia di questi due fogli?". Non c'è problema, la fotocopiatrice delle Poste Italiane è lì apposta. L'impiegato prende i fogli, si avvia verso un macchinario antico, sicuramente fuori legge, e tenta di accenderlo. Non ci riesce. L'altro impiegato abbandona la segretaria e le sue pratiche per lanciarsi in aiuto del collega. Dalla coda parte un tifo disperato. I due uomini sono in difficoltà. Interviene l'impiegata dello sportello "chiuso" che, senza nemmeno voltarsi, spiega ai colleghi come fare. I due inseriscono la spina nella presa elettrica: funziona! Con uno sbuffo di toner la macchina si avvia. La coda organizza una "ola". La spia della fotocopiatrice lampeggia, lampeggia, lampeggia, lampeggia, lampeggia, lampeggia. L'impiegato sorridente tranquillizza la folla in paziente attesa: si sta riscaldando! Alla fine dopo un potente flash radioattivo - e poi un secondo, che colpisce l'addetto in pieno volto stampandogli un riflesso verde sullo zigomo - le fotocopie escono e finiscono a terra. Il giovanotto vuole essere gentile, si rivolge all'amico: le rifaccio? La coda protesta, dalla folla parte un mini-flash fotografico (è il mio!), l'omino oggi è di buon umore: "No, grazie. Fa lo stesso". Prende i suoi due fogli, manda i saluti a casa e se ne va. E' passato un quarto d'ora, avanti il prossimo. Prima che arrivi il mio turno premo il tasto invio: sorridi uomo pelato in attesa di pistola, questo telefonino è un'arma più potente della tua: sei on line! Dall'ufficio postale è tutto. Restituisco la linea allo studio.

P.S. notare sullo sfondo della fotografia l'impiegato impegnato a fare le fotocopie

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06 gennaio 2007

Camera con vista

camper in piazza Duomo a Trento
Ho sempre desiderato abitare in piazza Duomo a Trento. Quella piazza splendida, dalle linee severe, nel luogo del Concilio, dove avrei come vicini gente come Innocenzo Cipolletta (esatto, il presidente delle Ferrovie che quando viene in città per fare il presidente dell'università abita proprio in piazza Duomo), oppure il campione di pallavolo Lorenzo Bernardi (esatto, quello che è stato nominato lo sportivo del secolo) che ci ha abitato fino all'altro giorno, o ancora l'industriale del vino Gino Lunelli (quello che fa brindare mezzo mondo con lo spumante Ferrari). Ma poiché con questa gente (e mi scuso con chi non ho citato) non ho nulla a che spartire, un posto in piazza Duomo per me non c'è, a meno di non avere soldi a sufficienza per pagare ottomila euro al metro quadro il primo buco che si libera: senza soldi - a Trento, ma non solo - si resta fuoridalpalazzo. Avevo pensato di togliermi lo sfizio di affittare una stanza nell'unico albergo della piazza che - guarda un po' - è un hotel con una sola stella. Fin lì ci arrivo, ma ho deciso che potevo vivere lo stesso. Poi l'altra notte - saranno state le due, due e mezza, davo la caccia alla Befana - tornando a casa ho scoperto la soluzione della foto che francamente mi ha lasciato a bocca aperta. Ero così sorpreso per tanto ingegno che mi sono dimenticato di fare un giro attorno al camper per leggere un indizio, un numero di telefono, una sigla, qualsiasi cosa che mi potesse aiutare ad assegnare a una regione italiana (perché di italiani si trattava, i tedeschi queste cose non le fanno) l'Oscar della strafottenza.

P.S.: una foto panoramica della piazza si può vedere in questo post

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03 gennaio 2007

E' tornato

lapo_elkann_independent
E' tornato. L'abbiamo visto ieri sera al Tg1 con un trattamento d'eccezione: c'era lui, c'era Francesco Giorgino che lo intervistava (si fa per dire), c'erano almeno due telecamere per ottenere un effetto da fiction televisiva e c'erano i microfoni a giraffa, proprio quelli che si usano sui set del cinema e negli studi televisivi. Ha spiegato di aver commesso un errore un anno fa quando finì all'ospedale di Torino per un'overdose di cocaina e ha detto soprattutto che ora c'è un sito internet da andare a consultare mentre l'indirizzo scorreva in sovrimpressione: io ci sono andato subito, digitando sul telefonino www.italiaindependent.it e ho capito. Tutto perfetto: l'intervista concordata con il Tg1, una pagina pubblicitaria su La Stampa (guarda caso), il sito internet che si aprirà il 9 gennaio dopo un opportuno conto alla rovescia (né troppo lungo, né troppo corto) quando finalmente scopriremo quello che il telegiornale nazionale non ha voluto raccontarci.
Che cos'hai da dirci, Lapo Elkann, che ancora non sappiamo? Forse che al posto delle felpe Fiat vuoi lanciare un nuovo marchio d'abbigliamento che si chiamerà - appunto - independent? Chissà se quel mio amico commerciante di via Calepina, quello che nell'ottobre del 2005 si affrettò a togliere dalle vetrine le felpe nuove di zecca con il marchio Fiat proprio mentre su internet cominciavano a girare quelle con il marchio Coca, avrà voglia di rifare la collezione.

P.S. lo ammetto, scrivo per invidia. Anche questo blog è stato inaugurato il 26 novembre dopo un opportuno conto alla rovescia, ma lo sapevamo solo io, la mia collega m. e altri due o tre ai quali avevo rivelato l'indirizzo. Non credi a questa triste storia, eh? Allora dai un'occhiata qui!

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16 dicembre 2006

Buon natale cagoni!


Rovereto, centro storico, una signora porta a spasso il cane che fa la cacca davanti ad un negozio.

Negoziante: scusi signora, ha visto cosa ha fatto il suo cane? Potrebbe pulire?
Signora: ma lei chi è, brutto stronzo?

Rovereto, centro storico, qualche tempo dopo: la signora passeggia con il suo cane spinone che, dimostrandosi molto abitudinario, fa la cacca davanti allo stesso negozio. La signora a questo punto raccoglie gli escrementi e li spalma sulla porta del negozio.

Sarebbe finita lì se all'interno non ci fosse stata una telecamera in funzione puntata proprio verso la porta.

Sarebbe finita lì se la signora non fosse stata la moglie di un assessore comunale, già candidata alle elezioni europee un paio di anni fa.

Sarebbe finita lì se il commerciante non fosse uno con le palle che è filato dritto verso la caserma dei carabinieri con il video.

E quindi non è finita lì: oggi la storia è su tutti i giornali locali e girano biglietti di auguri come quello che vedete in questa foto.

Perché quanto ti ritrovi una merda di fronte al negozio e ti danno pure dello stronzo non può finire lì.

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