fuoridalpalazzo

03 febbraio 2008

In fuga con il bancomat

nelle terre estreme
Poiché il giudizio degli altri mi fa sempre un certo effetto non ero mai andato al cinema da solo: qualcuno potrebbe pensare che non c'è nessuno al mondo che mi voglia accompagnare. Comunque lunedì scorso – ore 21 e 30 – non avendo altra scelta ho vinto i miei timori e mi sono presentato all'ingresso del cinema Astra, solo come un cane. Essendo in anticipo mi sono fermato al bar dove ho ordinato un latte macchiato: grave errore perché la scelta inconsueta ha attirato occhi curiosi su di me, lo spettatore solitario, almeno così mi sono sentito.
Credevo che mi sarei ritrovato solo pure in sala, con la possibilità di cambiare posto a piacimento e di allungare le gambe davanti e di lato. Ero arrivato addirittura a sentirmi in colpa pensando al povero proiezionista che a causa mia avrebbe dovuto fare le ore piccole. Invece mi sono scoperto assieme ad altre 150 persone, nemmeno un posto libero, per un film che sarebbe durato fin dopo mezzanotte. Tutti assieme, di lunedì, per guardare sul grande schermo la storia di Chris McCandless, alias Alex Supertramp, ventenne americano che nel 1992 caricò uno zaino con pochi indumenti, qualche attrezzo, alcuni libri, un sacco di riso e disse addio alla civiltà diretto verso il Grande Nord. Il giorno dopo ancora tutto esaurito e così ogni sera tanto che il padrone del cinema conta di tenere la pellicola in programma per due o tre settimane come succede ormai sempre più di rado.
Non è per le immagini splendide dell'Alaska e nemmeno per ascoltare la colonna sonora di Into the wild che centinaia di giovani si presentano in sala con il biglietto in mano. Forse è perché il libro da cui è tratto il film (enormemente superiore alla pellicola) all'epoca ebbe un gran successo ma è soprattutto un particolare a raccogliere gli spettatori in quella sala: il giovane protagonista di questa storia vera è un uomo in fuga, eroe di una generazione che fuggirebbe molto volentieri.
Fugge (almeno nelle intenzioni) chi pensa di sfruttare al contrario le differenze tra nord e sud del mondo per vendere la casa e vivere di rendita in qualche paradiso, dopo essersi vaccinato contro colera e febbre gialla. Tutto sommato fugge chi compra un camper e lascia la città appena può anche se deve tornare al lavoro il lunedì, almeno per pagare le rate della sua enorme casa viaggiante con televisore, frigo e garage sul retro. E' una fuga dai ritmi del lavoro quotidiano quella di chi molla tutto e apre un agriturismo (nella versione più moderna un bed&breakfast) salvo scoprire che i lavoratori in proprio, a parte qualche eccezione, faticano più dei dipendenti. C'è infine chi passa l'intera vita progettando di fuggire (da solo o in compagnia) ma dopo anni trascorsi in attesa del grande momento lascia perdere perché la vita l'ha cambiato.
Non svelo un segreto (e quindi non tolgo la sorpresa a chi ancora non conosce questa storia) se dico che Chris McCandless è morto durante la sua fuga proprio mentre cercava di tornare al mondo: Jon Krakauer, il giornalista-alpinista che ha ricostruito gli ultimi mesi di vita del ragazzo, lo scrive alla quinta riga del suo libro “Nelle terre estreme”.
Nell'andare al cinema, anche da soli, c'è di buono che durante la proiezione e poi più tardi, quando si accendono le luci, si sentono i commenti degli altri spettatori: c'è chi vede in quel ragazzo che voleva vivere di ciò che gli offriva la Natura un idealista da cui trarre ispirazione; c'è chi lo considera un incosciente con tendenze al suicidio che ha gettato al vento la sua esistenza. Ma dalla sala è salito un mormorio unanime quando Alex Supertramp (a quel punto usava già il suo nuovo nome) ha preso i 24 mila dollari che teneva sul conto in banca, i risparmi per l'università, e li ha infilati in una busta indirizzata a un istituto contro la fame nel mondo. Infine ha acceso le banconote che gli erano rimaste in tasca e ne ha fatto un piccolo falò sull'asfalto della strada maestra, poco prima di lasciarla. Una scena dedicata a tutti noi: uomini in fuga con la tessera sanitaria e il bancomat in tasca.

P.S. nella foto la mia copia di "Nelle terre estreme", personalizzata dalle macchie di the e caffè distribuite tra le pagine, chiaro indizio che questo libro è tra quelli che mi sono piaciuti molto.

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5 Comments:

  • Acquisterò il libro e andrò al cinema a vedere il film. Poi aggiungerò il mio commento. Per ora lavoro di immaginazione: fuga da un mondo insipido, noioso, cinico,molle ed effeminato alla ricerca di una morte virile.
    Rompere le catene dell'educazione, della religione, della famiglia, e salire per respirare l'aria rareffatta della solitudine: un sogno per tanti, realtà per pochissimi...

    By Anonymous pangloss, at 6/2/08 14:20  

  • grande storia e bel film - soprattutto per le immagini.
    pangloss: rompi le catene lavora di immaginazione leggi il libro ma non ti illudere troppo con il film. nel buio della sala ti puoi fare un bel viaggio con supertramp ma quando accendono le luci crolla la magia: ti accorgi di essere circondato da individui perfettamente simili a quelli dai quali alex scappava. ti accorgi che il mondo insipido noioso cinico corrotto effemminato e molle dal quale il film voleva farti evadere è seduto attorno a te, ti accorgi che molto probabilmente il 99percento degli spettatori che nel video ammirano l'eroe se dovessero incontrarlo nella realtà non lo amerebbero ne lo stimerebbero, non lo aiuterebbero ne lo avvicinerebbero, proverebbero sospetto, timore e probabilmente fastidio per l'odore di selvatico e per la mancanza di un lavoro fisso ;). Alex era un anarchico un vagabondo un puro e un estremo in fortissimo conflitto con il sistema e con la società, non sono sicuro che sarebbe d'accordo a proposito del film che hanno fatto su di lui. Supertramp amava più la natura che l'uomo cercava la libertà e la verità era l'antitesi della nostra società e del nostro sistema, è quasi un paradosso che la sua storia sia diventato un superfilm campione di incassi. INTOTHEWILD due ore e venti di belle immagini ma non credo che bastino per raccontare il vero trip che animava il cuore e illuminava l'anima di SUPERTRAMP, troppo difficle per non dire impossibile rinchiudere in una pellicola e proiettare in una ambiente (convenzionale e commerciale) come il cinema una storia così potente feroce spettacolare e drammatica.
    Ansel: la wirless ha ripeso a funzionare ;). Supertramp mi sfanculerebbe.....

    By Anonymous the brother, at 6/2/08 17:27  

  • ansel scusa l'intrusione ma non posso non segnalare a te e al tuo blog un capolavoro: yuoutube: guzzanti rutelli e la barca dell'ulivo (video del 2001 che visto oggi sembra una profezia) poi guardati qualche altro suo video, è troppo un fuoriclasse.

    By Anonymous the brother, at 12/2/08 21:54  

  • Fantastico!
    Eccolo QUI

    By Blogger ansel, at 14/2/08 14:42  

  • ok, sono un po' in ritardo con il commento, ma sono una persona impegnata....

    Libro illeggibile, film improponibile. Filosofia da terza elementare, dialoghi senza senso, sessualità repressa, può un "roba" del generere entusiasmare?
    Dio, natura, buoni sentimenti, amore, crudeltà quano basta e libertà in abbondanza. Ecco, il pranzo è servito. Ottimo per una serata in parrocchia se hai 15 anni. Statene lontani.

    PANGLOSS

    By Anonymous PANGLOSS, at 9/7/09 17:49  

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